Giulia e Claudia Benazzoli giovani sorelle che dal 2009 portano avanti una grande tradizione vinicola di famiglia; un percorso al femminile che, libero da ogni retorica, rivendicano giustamente come valore aggiunto.
Linguaggi nuovi, uno stile personale, passione e voglia di migliorarsi facendo sintesi di tutti gli insegnamenti assorbiti dalle tre generazioni che le hanno precedute. Claudia (enologa) e Giulia (agrotecnico) hanno voluto, al momento giusto e con coraggio, portare in bottiglia la loro essenza.
Siamo a Pastrengo, sulla zona del Garda, nel territorio veronese del Bardolino; qui vivano e allevano la gran parte dei propri vigneti che, parzialmente, si estendono anche il località Sant’Ambrogio, in piena Valpolicella Classica.
Una storia scritta in coppia e fatta di quotidianità, buoni esempi e tanto sacrificio. Conoscere Giulia e Claudia può essere di grande ispirazione per tutti quei giovani preparati e carichi di vitalità ma che ancora, per diversi fattori, non vedono distintamente l’orizzonte del loro cammino.
Martedì 9 agosto, 8:50, pochi minuti e saró online per un nuovo incontro in nome del vino; queste sono quelle che io chiamo mattinate spese bene.
Anzi no.
Giulia prima chiede di posticipare causa l’imminente avvio della vendemmia, poi conferma l’orario iniziale. Scoccano le 9:00 e siamo online, well done!
Alcuni hanno una visione “romantica” legata al mondo del vino. Ad esempio; la tipica lentezza della natura perde il primato della scena quando inizia la partita del raccolto in vigna e questo fa avvicinare, per un momento, questo settore a tipicitá spigolose di molti altri ambiti economici.
Vendemmia celere, uve da accompagnare con cura in cantina e prime lavorazioni da gestire con rigore; una mossa sbagliata potrebbe essere fatale per il risultato finale. Non proprio una gita al lago.
Lei é Giulia Benazzoli, giovane vignaiola dalle fiere origini trentine che, insieme alla sorella Claudia, dal 2009 produce i propri personali vini nei territori di Bardolino e Valpolicella Classica. Gestire responsabilità quotidiane governandole con equilibrio é diventata la loro routine ormai; l’accoglienza e la cortesia verso il prossimo uno dei loro tratti distintivi.
Vi siete mai chiesti perché le persone piene di impegni sono sempre anche le più disponibili? L’agenda di Giulia è densa eppure, dopo averla conosciuta, ho capito che non avrebbe mai rinunciato al nostro incontro; anche quel mattino l’imprevisto dell’ultimo momento non ha fermato la sua voglia di divulgare. Beh del resto… come potrebbe uno scoglio arginare il mare?
Proprio così. Trovarsi difronte Giulia Benazzoli mentre ti racconta dei rapporti con la sorella, delle loro vigne, dei loro progetti presenti e futuri significa trovarsi ad affrontare una sorta di “mareggiata educata“: passione che avanza decisa ed inesorabile in grado di coprire ogni anfratto di curiosità ma anche la capacità di raggiungerti con la freschezza del suo entusiasmo per poi sapersi ritirare e concedersi all’ascolto.
Giulia è la parte più pragmatica e risoluta di questa dinamica coppia di sorelle mentre Claudia veste l’abito della parte razionale e ponderata tra le due: donne diverse ma simbiotiche che, in ogni decisione, fanno della diversità un valore aggiunto che le rende forti e indissolubili.
La famiglia Benazzoli ha origini trentine (Vallagarina), il padre Fulvio con il nonno si trasferì vicino al lago di Garda a fine anni 70; per Giulia “casa” significa innanzitutto le tranquille vallate dell’infanzia, la cantina dei nonni, la maestosità e la sicurezza tracciata dal fiume Adige, lei ha in trentino nel cuore e nell’anima. Una gioventù di stagioni ben scandite, tra scuola, casa, gioco libero, le vacanze e il rientro a casa per la vendemmia sotto lo sguardo attento del padre. Il Bardolino è invece la terra adottiva alla quale esser infinitamente grata, il luogo dove la propria famiglia è cresciuta trovando terreno fertile per i propri progetti di vita e lavorativi.
Giulia diplomata in agraria, Claudia laureata in enologia, l’orgoglio autentico di un padre che l’anno scorso è venuto improvvisamente a mancare consegnando un testimone che hanno raccolto con determinazione e grande senso di responsabilità. Un padre moderno che ha sempre concesso loro la possibilità di provare, sbagliare e poi rimediare in autonomia; nessuna imposizione sul loro percorso ma solo la proposta d’indossare un paio di guanti da lavoro e la disponibilità ad insegnare tutto. Patti chiari però: inciampi e ginocchia sbucciate fanno parte del gioco, Fulvio è stata l’antitesi del “genitore spazzaneve” un connubio di serietà e lungimiranza.
Oggi la gestione della cantina Fulvio Benazzoli è in mani giovani ma già sufficientemente sagge perché il tempo dell’apprendimento è partito da lontano. Il peso e la responsabilità di decidere priorità e strada da seguire è ora un onere gravoso ma affrontato nel quotidiano con il sostegno reciproco; conoscere il fare di tutto ciò che riguarda la cantina e sporcarsi le mani in prima persona sono ora la base di quell’approccio che garantisce la continuità del progetto.
La giovane età, come spesso mi è già capitato di constatare, non è sinonimo di approccio poco esperto o poco consapevole alla produzione del vino, tutt’altro. Giulia, ad esempio, ha già ben chiaro quanto sia centrale la questione della territorialità.
Comprendere ed anche divulgare il perchè allevare quel specifico vitigno in quel particolare appezzamento è un aspetto chiave del loro progetto. La partita della qualità e della crescita aziendale non si gioca sulla contrapposizione con gli altri produttori in una effimera rincorsa a superarsi ma piuttosto nel dar massimo valore all’unicità dei propri vini come elemento identitario e irripetibile.
Trenta ettari sulle colline moreniche del Lago di Garda a Pastrengo in località Monte Tajà, terreni limo-sabbiosi e limo-ghiaiosi posti a circa 200 m s.l.m. A questi si aggiungono 2,5 ha a Monte di Sant’Ambrogio località Monte, in Valpolicella Classica a 450 m s.l.m. con terreni collinari calcarei argillosi delimitati dalle marogne, tipici terrazzamenti con muri a secco; vigneti che vengono coltivati a Corvina, Rondinella e Molinara.
Il vitigno principe in queste aree è comunque la Corvina che, nel Bardolino si esprime con vini che presentano i caratteristici sentori dei rosati mentre in Valpolicella si manifesta nel calice con la sua parte “calda” sia visiva che degusto-olfattiva: territori contigui, uve simile a cavallo del fiume Adige con risultati molto diversi ma sempre eccelsi.
“Sogni di Donna” è il nome della loro gamma di vini che parla un linguaggio femminile, quattro etichette che danno vita a prodotti distinti da altrettante donne immaginarie, ciascuna con il suo stile a richiamare i sentori stessi del vino. Dafne è un Bardolino Doc, Agata un Pinot grigio Veneto Igt, Giava un Rosso Verona (di uve Corvina in purezza) e Tecla un Bardolino Chiaretto DOC (il vino del territorio).
L’enoturismo dei giorni nostri è più esigente del passato e nel loro wine-shop, dal 2013, oltre ad acquistare vini è possibile vivere la quotidianità di questa famiglia apprendendo tradizione e metodi; degustazioni, eventi, cene in vigna sono una parte delle proposte con le quali poter entrare nel loro mondo.
Visitando la cantina sarà difficile non essere attratti dalla disponibilità e bontà di queste ragazze, un tratto distintivo di famiglia da sempre riconosciuto all’esterno: la nobiltà d’animo di Fulvio Benazzoli è ancora qui e continua a vivere nello sguardo e nel cuore delle figlie.
Prima bambine, poi ragazze e ora donne vignaiole cresciute in fretta e che ora, in prima persona vendemmiano, travasano vini, programmano investimenti e accolgono nel loro nido aziendale colleghi, visitatori ed appassionati. Nessun consulente e nessun intermediario a sostituirle specie nelle relazioni interpersonali; solo tre preziosi collaboratori e tantissima dedizione verso il lavoro.
Questo è il racconto di due donne che hanno ricevuto tanto dalle tre generazioni che le han precedute; la fatica nel raggiungere gli obiettivi rappresenta ora la loro massima gratificazione. Partire per Milano a 20 anni, con una valigia in mano e proporre i propri vini quando pochi erano disposti ad ascoltarle è stato solo l’inizio di un percorso determinato che ora hanno tutta l’intenzione di consolidare.
Per Giulia il sogno nel cassetto è di realizzare un modello di cantina che possa esser esportato in altri territori ancora inespressi ma dal grande potenziale conferendo le proprie esperienze al servizio di uno sviluppo che veda in prima fila artigianalità e maestranze locali. Ce la farà.
La missione di Giulia e Claudia é ora trasformare questo patrimonio di etica e di sapere in sogni realizzati da dedicare un giorno a sè stesse, a chi supporta e condivide il loro percorso e soprattutto a lui…
A papà.
Post di: Emanuele Ciot
Con questa storia consiglio:
🎵 U2, Sometimes You Can’t Make It On Your Own
📗 Mario Calabresi, La fortuna non esiste
📍 Rifugio Telegrafo, Monte Baldo (Brenzone – VR)